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Notizia 05/01/2022

La BEFANA - la DEA volante


L’origine della BEFANA è nel mondo agricolo e pastorale.
Anticamente, infatti, la DODICESIMA notte dopo il SOLSTIZIO invernale, si celebrava la morte e la rinascita della natura, attraverso la figura di MADRE Natura.
In questa notte MADRE Natura, stanca per aver donato tutte le sue energie durante l’anno, appariva sotto forma di una vecchia e benevola strega, che volava per i cieli con una scopa. Oramai secca, MADRE Natura era pronta ad essere bruciata come un ramo, per far sì che potesse rinascere dalle ceneri come giovinetta Natura, una LUNA nuova.

Già gli antichi Romani celebravano l’inizio d’anno con feste in onore al dio Giano (e di qui il nome Januarius al primo mese dell’anno) e alla DEA Strenia (e di qui la parola strenna come sinonimo di regalo).
Queste feste erano chiamate Sigillaria; ci si scambiavano auguri e DONI in forma di statuette d’argilla, o di bronzo e perfino d’oro e d’argento. Queste statuette erano dette “sigilla”, dal latino “sigillum”, diminutivo di “signum”, statua.

Le SIGILLARIA erano attese soprattutto dai bambini che ricevevano in dono i loro sigilla (di solito di pasta dolce) in forma di bamboline e animaletti. Questa tradizione di DONI e AUGURI si radicò così profondamente nella gente, che la Chiesa dovette tollerarla e adattarla alla sua dottrina.

Usanza ANTICHISSIMA e caratteristica è l’accensione del ceppo, grosso tronco che dovrà bruciare per dodici notti.
E’ una tradizione risalente a forme di culto pagano di origine nordica: essa sopravvive l’antico rito del FUOCO del SOLSTIZIO d’inverno, con il quale si invocavano la LUCE e il calore del SOLE, e si propiziava la fertilità dei campi.

Non è un caso se il CARBONE che rimane dopo la lenta combustione, che verrà utilizzato l’anno successivo per accendere il NUOVO FUOCO, è proprio tra i DONI che la Befana distribuisce (trasformato chissà perché in un simbolo punitivo).

Principalmente la DEA volante era DIANA, colei che è collegata alla Luna, alla caccia e alla vegetazione, poi venne ricollocata in Abùndia, la Dea DELL’ABBONDANZA.
In quelle DODICI notti di RITI propiziatori, il popolo contadino credeva di vedere volare sopra i campi appena seminati DIANA con un gruppo più o meno numeroso di donne, per rendere appunto fertili le campagne.





Nell’antica Roma DIANA era non solo la DEA della LUNA, ma anche la DEA della fertilità e nelle credenze popolari del Medioevo DIANA, nonostante la cristianizzazione, continuava ad essere venerata come tale.
All’inizio DIANA e queste figure femminili non avevano nulla di maligno, ma la Chiesa cristiana le condannò in quanto pagane e per rendere più credibile e più temuta questa condanna le dichiarò figlie di Satana!



DIANA, da buona DEA della fecondità diventa così una divinità infernale, che con le sue cavalcate notturne alla testa delle anime di molte donne stimola la fantasia dei popoli contadini.
Di qui nascono i racconti di vere e proprie STREGHE, dei loro voli e convegni a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno.


Insomma...
La befana è la vecchia saggia, colei che è giunta alla fine del suo ciclo.
Colma di Conoscenza porta abbondanza e prosperità per il nuovo ciclo appena cominciato.
Con la sua scopa vola di campo in campo, danzando e volteggiando, muovendosi al ritmo dolce di Madre Natura, benevola ma sempre attenta, dona fortuna per i futuri raccolti.
Antichissime le sue origini, venerata con feste e celebrazioni dai popoli pagani.
È la DEA al culmine del suo ciclo, pronta a lasciare il posto alla fanciulla che in primavera nascerà a nuova vita.
Saggia, Megera, Strega, Dea.

Ecco chi è la BEFANA, colei che porta in dono Saggezza e Prosperità, ricordandoci che tutto muore per poter rinascere ancora, in un ciclo che non conosce fine.


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